mau
Moderator
    
argento 2011-2013-2015-2017-2021 oro 2018-2019-2020-2022 Bronzo 2023-2024

32982 Messaggi |
Inserito il - 01/12/2011 : 17:49:47
|
Lavoratori italiani “sottopagati” rispetto ai lavoratori degli altri paesi sviluppati.
È quanto emerge dall’Employment Outlook 2011 pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L’Italia, infatti, si piazza al di sopra di paesi come Spagna e Grecia, ma il suo salario medio annuo lordo di 36.773 dollari (27.500 euro circa) è al di sotto della media dei paesi OCSE (48.888 dollari, circa 36.700 euro) e dell’Europa a 15 (44.904 dollari, circa 33.700 euro). Maggiormente pagati sono invece i lavoratori di Stati Uniti (52.607 dollari, circa 39.500 euro), Australia (63.656 dollari, circa 47.800 euro), Francia (46.365 dollari, circa 34.800 euro) e Germania (43.352 dollari, circa 32.500 euro). Bocciato anche il nostro sistema di ammortizzatori sociali. In caso di perdita del lavoro, infatti, il reddito della famiglia italiana viene colpito duramente subendo una riduzione decisamente superiore rispetto a quanto rilevato negli altri paesi. Guardando i numeri, se il reddito individuale diminuisce, su base annuale, del 20% o più, ben il 68% di detta riduzione si traduce in una contrazione delle risorse familiari, mentre negli altri paesi OCSE questa incidenza è mediamente del 47%. I disoccupati italiani sono dunque tra i meno tutelati. Nonostante ciò, il mercato del lavoro italiano ha retto meglio alla crisi rispetto ad altri paesi, con un tasso di disoccupazione cresciuto “solo” di 2,5 punti percentuali tra il secondo trimestre del 2007 e il primo trimestre del 2010. In particolare, i più colpiti sono i giovani tra i 15 e i 25 anni con un tasso disoccupazionale pari al 27,6% nel luglio 2011, tra i più alti dell’area OCSE. La ripresa dei livelli di occupazione in Italia è apparsa particolarmente lenta, ma questa è una condizione mediamente riscontrata anche in tutti gli altri paesi. Nello specifico, la riduzione di un mezzo punto percentuale del tasso di disoccupazione italiano è stato dovuto, principalmente, alla creazione di posti di lavoro con contratti a termine o atipici; i contratti a tempo indeterminato sono perciò sempre di meno. Da quanto detto, emerge una forte segmentazione del mercato del lavoro italiano: da un lato ci sono lavoratori di età matura con rapporti di lavoro fissi e protetti, mentre dall’altro ci sono i giovani, che si trovano spesso in una situazione di precarietà con contratti non stabili. L’attenzione è dunque focalizzata sulla condizione lavorativa dei giovani, non solo in Italia, ma in generale in tutta l’area OCSE. Vi è forte preoccupazione, infatti, per i livelli di disoccupazione giovanile, la quale si è attestata attorno al 17,3% nel primo trimestre 2011. Si segnala inoltre la crescita dei cosiddetti “Neet”, cioè di quei giovani che non lavorano e non studiano. Nel quarto trimestre 2010 questi erano 22,3 milioni (di cui 14,6 milioni inattivi e non studenti e 7,7, milioni disoccupati), e rappresentavano il 12,6% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni; una percentuale da non trascurare, considerato che nel 2008 questa era pari al 10,6%.
RICORDATEVI CHE SONO SOLO PREVISIONI LE CERTEZZE E GARANZIE LE LASCIAMO AI CIARLATANI. GIOCATE CON MODERAZIONE.
|
|